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Perché l’Associazione

La storia dei movimenti studenteschi in Italia è da diversi decenni un nodo ampiamente discusso dalla storiografia. In questo quadro, la voce dei protagonisti, si è rivelato un elemento essenziale per la ricostruzione della memoria collettiva di tali eventi.

È a partire da queste considerazioni e dall’importanza che i protagonisti partecipino alla formazione della propria storia e della propria memoria che nel 2020, nel trentennale del movimento studentesco della Pantera, è nata l’Associazione “Pantera 90 Archivio” con il fine di raccogliere materiali cartacei e audiovisivi sui movimenti giovanili a partire dagli anni Ottanta e in particolare sul movimento del 1990.

L’obiettivo dell’associazione è di coinvolgere gli ex studenti della Pantera in una raccolta di materiali dal basso così da costituire un archivio aperto alla libera consultazione.

L’Associazione si occupa di raccogliere, di catalogare e, dove necessario, di digitalizzare i fondi. Si tratta di un lavoro in costante evoluzione che consentirà di rendere fruibili questi materiali a tutti coloro che vogliano consultarli.

Invitiamo tutti ad associarsi e a partecipare al lavoro di raccolta dei documenti!

21 gennaio 2023: le Orme della Pantera

A Genova ci furono sicuramente, perché eravamo talmente tante e tanti che qualche pantera, per la legge dei grandi numeri c’era sicuro e perchè le vie per arrivarci furono le più diverse: tute bianche, mani bianche, cani sciolti, libere intelligenze, gruppi, gruppetti, gruppini, quadri di partiti e sindacati, quadri e basta. E soprattutto persone. E ugualmente vari furono i linguaggi e le culture politiche, tanto era grande il campo che cercammo di occupare. E dove se non nelle assemblee universitarie di dieci anni prima si era stati a scuola di democrazia partecipata? Da Puerto Alegre si chiamarono social forum e si potrebbe continuare, ma sarebbero già interpretazioni. E qualcuno potrebbe gridare: la linea, l’egemonia!
Accade a tutte quelle parole che diventano appelli, lettere aperte, manifesti programmatici. Ma non temete, questo proprio non lo è. O meglio, somiglia a quello a scuola, giusto per sapere chi c’è, perché le idee più avanzate, già all’epoca stavano in quell’incrocio stretto tra agire collettivo e presa di parola individuale. O meglio a titolo personale che era ed è proprio il contrario del non prendersi nessuna responsabilità, arte che tanti epigoni più o meno tardi, viceversa, sempre ha avuto.
Ergo verrà chi vorrà. Professoressa universitaria, ricercatore, maestra, sindaco, disoccupata, collaboratore scolastico, ministra, architetto, barman, regista, contadino, avanzo di galera, di cantiere, pensionata da giardino. Si guarderà i video, il film di Leonardo Celi, il meritorio lavoro di recupero delle immagini che, con pazienza, da un paio di anni a questa parte sta recuperando brandelli di memoria di una stagione tanto intensa, quanto rimossa, ascolterà e discuterà dei racconti di Genova e delle riflessioni che evocano, poi un poco da bere e tanto da ballare e cantare.
E sarebbe già bello, perché poi è vero che una domanda in realtà ci sarebbe: guerra nel cuore dell’Europa, riscaldamento globale, emergenza energetica, ambientale, economica una pandemia che ancora non se ne è andata del tutto via e che il nostro equilibrio mentale, se non quello fisico ha reso ancora più precario, analfabetismo culturale, a tacere di chi abbiamo oggi al governo. Ed a dimenticarsi che Genova era di Luglio, le Twin Towers di settembre ma sempre il 2001 era. Bush aveva appena stracciato Kyoto, forte del “colpo di stato” in Florida che gli aveva aperto le porte della Casa Bianca. In entrata, mica come l’istrione Trump in uscita, per quanto anche lui abbia ugualmente stracciato, per non sbagliare, gli accordi Parigi. E davanti a tutto questo cosa facciamo? Eccola la domanda.
Di luoghi in cui tornare a discutere davvero, ne avremmo dunque proprio un gran bisogno. Di riflessioni e di iniziativa politica forse anche di più. E quindi semplicemente rilanciare altre serate come questa che vi proponiamo del 21 gennaio, offrirle a quel vasto e variegato arcipelago di chi non ha smesso di indignarsi, impegnarsi, riflettere non sarà far tornare a ruggire la pantera, ma poco non sarebbe. E tanto più in questi giorni, quando il dispiacere e l’indignazione che ha accompagnato la conclusione di una esperienza importante e cara a tanti di noi come è stata quella di Odradek ci ricorda quanto sia vitale farlo. E non a caso ha generato naturalmente un’onda di solidarietà.
Perché i luoghi si possono anche chiudere, ma i semi gettati rimangono e prima o poi qualcosa rinasce.
Nell’attesa rimettersi semplicemente in movimento, perdersi meno di vista e seguire per un giorno almeno le orme della pantera, magari aiuta.
Vi aspettiamo al Tag…

Alessandro Natalini

Le Orme della Pantera

L’Associazione “Pantera 90 Archivio” si è costituita il 2 ottobre2020 con il fine di raccogliere materiali cartacei e audiovisivi sui movimenti giovanili a partire dagli anni Ottanta e in particolare sul movimento della Pantera. Sin dalla sua fondazione ha istituito una convenzione con l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD) che ha accettato di conservare i documenti audiovisivi che, pur rimanendo proprietà dell’Associazione, hanno la necessità di essere conservati in un luogo idoneo, mentre ha affidato i documenti cartacei all’Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza (IRSIFAR). Questi ultimi documenti sono confluiti nel fondo Memoria di cartadove era già presente un subfondo Pantera 90 sulla Facoltà di Lettere di Roma “La Sapienza”, donato da alcuni esponenti del movimento.Nel fondo IRSIFAR sono ora confluiti ulteriori documenti provenienti dalle altre facoltà romane nonché alcune buste relative all’Università di Salerno.

Per quanto concerne i materiali audiovisivigià diversi fondiconsistentiin decine di ore di girato sono stati donati all’Associazione da Roberto De Angelis eda Filippo Ricci e Sante Calvaresi. Quest’ultimo fondo è ormai in uno stato di avanzata catalogazione in vista della donazione presso l’AAMOD come già il fondo De Angelis. Questi materiali riguardano le facoltà romane (per lo più Lettere e Architettura) ma si prevedono ulteriori donazioni di materiali legati alle Università di Catania, Firenze, Palermo, Parma, Salerno.

L’Associazione si occupa di raccogliere, di catalogare e, dove necessario, di digitalizzare i fondi. Si tratta di un lavoro in costante evoluzione che consentirà di rendere fruibili questi materiali a tutti coloro che vogliano consultarli.

Invitiamo tutti ad associarsi e a partecipare al lavoro di raccolta dei documenti!

COSTITUZIONE ASSOCIAZIONE “Pantera 90 Archivio”

Care Pantere, siamo arrivati all’appuntamento della costituzione della associazione

il confronto che abbiamo avuto al nostro incontro alla CAE prima dell’estate è stato fondamentale per rivedere lo statuto della associazione che vogliamo fondare.

A cominciare dal nome: Pantera 90 Archivio. Ci vediamo venerdi 2 ottobre alla Città dell’Altra Economia alle 18:30

programma:

  • Atto costitutivo dell’associazione.
  • Elezione cariche dell’associazione.
  • Cena

Saranno proiettati video e immagini dell’archivio.

Il fondo dell’archivio audiovisivo che intendiamo costituire non appena fondata l’associazione, attualmente  consta di circa 300 foto digitalizzate e circa 300 tra stampe originali e diapositive relative al movimento di Roma, Palermo, Pisa, Firenze e Milano; filmati realizzati da studenti  relativi al movimento romano all’interno di varie facoltà, assemblee, manifestazioni, cortei, happenings, concerti, interviste agli studenti; filmati del gruppo teatrale Novanta Teatro Movimento;  60 ore di girato che sarà depositato da Roberto De Angelis, sociologo, nel 1990 ricercatore a La Sapienza, che ha seguito gran parte dell’iter del movimento romano, sia all’interno dell’Università che all’esterno.

Per i materiali cartacei presso l’IRSIFAR (Istituto romano per la storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza) sono già stati depositati da tempo, all’interno del fondo sui movimenti giovanili “Memorie di carta”, un numero consistente di documenti sul Movimento del ’90, provenienti soprattutto dalla Facoltà di Lettere de “La Sapienza di Roma”. In occasione del trentennale è stata avviata una nuova raccolta di materiale cartaceo (volantini, documenti, riviste, vignette…) che raccoglie materiali provenienti anche da altre facoltà romane occupate nel ’90 (Architettura, Geologia…) ma anche da altre università italiane come Firenze e Bologna. Altri contatti sono stati avviati anche per il tramite della pagina fb “La Pantera compie trent’anni” dove stanno confluendo moltissime fotografie sulla Pantera provenienti da tutta Italia.

Riteniamo che tutto questo materiale sia un’ottima base di partenza per arrivare nel corso del tempo, attraverso “call” nazionali e supportate da una rete di archivi, a costituire un archivio audiovisivo e cartaceo nazionale del movimento della Pantera. E’ nostra intenzione inoltre far confluire nell’Archivio dell’Associazione “Pantera 90 Archivio” materiali audiovisivi che riguardino la cultura giovanile degli anni Ottanta e Novanta, quali attività di centri sociali e concerti, materiali che non ci risulta siano stati ancora sistematizzati a livello nazionale.

L’archivio, un obiettivo che condividiamo tutti sin dall’inizio, è il punto saliente e la ragion d’essere dell’associazione. Finalità e oggetti dell’associazione sono stai modificati di conseguenza. L’assemblea è il centro di tutto: perciò è stata modificata la struttura (togliendo inutili distinzioni tra soci e altri orpelli vari) e ridotti considerevolmente il ruolo degli altri organi (consiglio, ridotto a mero organo esecutivo, il presidente, etc). Sono stati introdotti vari dispositivi per favorire il dialogo continuo tra l’associazione e i gruppi informali che le stanno intorno senza voler entrare – ma speriamo che tutti avranno voglia di diventare parte dell’associazione..

siamo pronti a costituirci, dunque! Funzionerà cosi:

Nel corso dell’Assemblea  dobbiamo scegliere, prima di tutto, il Presidente e il Vice Presidente perché è il primo passo formale per costituire l’Associazione. Poi dovremo eleggere il Consiglio esecutivo di 11 membri, se decideremo di confermare questo numero.

La proposta del metodo di votazione – che ovviamente dovrà essere discussa e approvata – è quella di scrivere tutti i nomi dei candidati su un cartellone, se saranno più degli 11 membri previsti, e poi si potranno esprimere 2 o 3 preferenze a testa che verranno indicate sul cartellone stesso sotto il controllo di due scrutatori che verranno scelti nel corso dell’Assemblea.

Ultimo adempimento la scelta del tesoriere e il collegio dei probiviri che potrà essere fatta contestualmente all’elezione dei membri del Consiglio esecutivo.

qui di seguito l’ultima versione dello statuto

Appello della Pantera per l’istruzione

FINZIONI, PIL E PANTERE

  Facciamo finta che siamo nel gennaio 1990. In quell’anno l’Italia spende il massimo che sia riuscita ad investire in istruzione (il 10,3% del PIL) negli ultimi decenni.

 Prima riflessione: chi protestò allora era scemo, visto che oggi la percentuale è del 3,5% per la scuola, a fronte del 5,5% di allora. Poi certo non c’era neppure l’euro, nel PIL han messo di tutto, ma trattandosi di calcoli sulla spesa complessiva il dato è inequivocabile: meno risorse. E non diversamente per l’Università e la cultura in genere.

 Tradotto in soldi: tantissimi. E se non fosse chiaro quanti, basterebbe sapere che la Francia adesso investe più o meno 120 miliardi ogni anno, mentre l’Italia si ferma a 65. Quanti ne mancano all’appello? E da ultimo perfino le dimissioni del Ministro di Viale Trastevere, ad ulteriore conferma dell’enormità della questione.

Non è dunque utopia, ma realismo chiedere 30 miliardi in 3 anni per l’istruzione, intesa nel senso più ampio del termine, da destinare al variegatissimo mondo dell’associazionismo culturale, a spazi liberati, librerie, centri aggregativi, scuole, Università, fondazioni. Perché c’è una emergenza culturale, perché non è che un risarcimento e molto parziale per il furto di futuro di questi 30 anni, perché è un atto dovuto subito, verso le nuove generazioni. O se preferite, con le parole di Mattarella, per permettere una grande alleanza della qualità e delle libere intelligenze.

 Seconda riflessione: chi ha tenuto in piedi, in Italia con questi tagli strutturali, i suoi luoghi di formazione e di ricerca – e non diversamente è andata nel mondo del lavoro dove orari e fatica sono aumentati, i salari ed i diritti molto meno –  è scemo più scemo.  

Scemo perché ogni volta che hai provato a dire che non era intelligente disperdere, distruggere, frammentare lo straordinario patrimonio culturale ed umano che ci tiene vivi, il biscione della propaganda ti soffocava. Nel 1990 Berlusconi era solo il Presidente del Milan, per diventare quello di “tutti gli italiani” era presto, ma la rete tentacolare di cui è stato la maschera arrivava già ovunque. Oggi si è data il nome di Bestia e non cambia molto, se non in peggio.

 E più scemo perché poi puoi aver fatto l’autonomo, il figgicciotto, l’aclista, l’associazione, la moltitudine, la tuta bianca, il cane sciolto, il girotondo, il viola, la no-tav, la no-tap, i no-muos, l’onda, l’acqua pubblica, non una di meno, la professoressa modello, ribelle, geniale, lo studente scomodo, scettico, impegnato sempre ti hanno sconfitto o dichiarato tale, al punto che con le sardine, neanche sono nate e già in scatola le vorrebbero.

 Per capire l’origine di questa narrazione falsa, aiuta ugualmente rimettere gli orologi indietro, tornare sempre al gennaio del 1990, quando ti stai ancora togliendo la polvere del muro di Berlino di dosso e stai per vedere ammainare la bandiera rossa a Mosca. La partita l’avevano chiusa allora. O così dicevano in coro o quasi, da Fukuyama con il suo citatissimo libro “La Fine della Storia e l’ultimo uomo” ai Tg. La povertà, l’ingiustizia, le diseguaglianze non ci sarebbero più stati, ti saresti curato nella clinica privata di New York come nell’ospedale che non c’è in uno dei tanti sud del mondo, tutto sarebbe filato via benissimo.

Non è andata proprio così: i muri sono aumentati e confini e mari sono diventati cimiteri. E se non bastasse in Siberia, Amazzonia ed  Australia, in meno di un anno, qualora il riscaldamento globale fosse troppo lento, accendono fuoco su fuoco. E malgrado Greta e Gretini, malgrado le manifestazioni, i Friday for future, la straordinaria presa di parola collettiva di una generazione. E poi pure gli osanna alla guerra, come nel gennaio del 1991, nel primo conflitto post-muro. Come a Genova simbolicamente contro l’umanità, come l’11 settembre, come in tanti luoghi, con tanto di discesa in campo di dio, a renderla, al bisogno, di religione e civiltà. Quali, però, non si sa.

Perché sempre qui stiamo, sempre ad un passo da punti di non ritorno.

 Ed allora proviamo a darci il coraggio che sembra mancare, per trovare la strada giusta,perché “divisi siamo niente, uniti siamo tutto”. Come si dice in questi giorni già in una decina di Università in agitazione.

E quale obiettivo più semplice che pretendere il giusto. E tanto più da uno stato che per una banca, una tangente – è in quegli anni che si è gonfiato a dismisura il nostro scandaloso debito  –  un F35 che vola male,  tanti problemi non se li è fatti mai.

 Al contrario, chi trent’anni fa alzò la voce perché voleva studiare, capire e farlo liberamente, senza dover dipendere dagli interessi e dal buon cuore dei privati, di domande ha continuato a farsene e nel paese dei gattopardi una qualche coerenza non l’ha persa mai. E la Pantera, oggi, è potenzialmente dappertutto, perfino in luoghi dove sarebbe stato impensabile arrivasse, ma è come se non ci fosse mai stata, mentre per tre mesi se ne era andata ovunque, con sempre più cuccioli con sé, con una partecipazione capillare e consapevole che all’Università non ha avuto eguali né prima, né dopo.

Ma perché poi chiedere almeno 10 miliardi per 3 anni. E la Sanità ? E la Giustizia?  

Perché solo un popolo colto sa dove andare, perché i soldi per la conoscenza hanno un elevato effetto moltiplicatore per l’intera società e perché le risorse non saranno infinite, ma ci sono, se non si ragiona condizionati da lobby o da conflitti di interesse.

 E poi pare proprio il minimo che non crollino controsoffitti, case dello studente, ponti e viadotti, che studiare torni ad essere il sale della vita, che andare all’estero sia scelta e non obbligo, che la formazione permanente non sia uno slogan indecente per dirti che non arriverai mai, che associare migrante con arricchente e diversità con libertà, da giochi di parole diventino percorsi. C’è posto per tutte e tutti. Ma tutti tutti, visto che a parole non ce ne è una, neppure tra queste forze politiche e sindacali che non si direbbe d’accordo.

Il 17 proveremo ad iniziare a ricostruire cosa successe nel 1990, alla facoltà di Lettere, il 18 andremo alla città dell’altra economia, all’ex-mattatoio per una giornata di incontri discussioni, eventi, musiche e danze.

E sarà una prima occasione libera e aperta per provare a costruirla insieme una manifestazione così. Una manifestazione che abbia come stelle polari la Pace e l’Ambiente ed il Sapere come via e 30 miliardi come carburante.

Allora nel gennaio del 1991, più o meno gli stessi, ci opponemmo al primo conflitto del golfo, facemmo della Costituzione e del ripudio della guerra la nostra bandiera. Oggi siamo forse alla vigilia della terza, sempre lì. Ur fascismo ci sussurrerebbe Eco. E’ a pezzi, ammonisce papa Francesco. E’ mondiale, gridano in tanti, quando solo dirlo dovrebbe dare i brividi. Ma così va e senza nessun Einstein pronto a replicare che se non è dato sapere chi la vincerà, è invece certo che la quarta con i sassi sarà. Sempre che sia rimasto qualcosa.

Meglio, molto meglio immaginarci a manifestare, parlare, discutere, litigare, proporre. A titolo personale, collettivamente, creativamente, come ci pare, ma vivi. E poi di piazze politiche l’Italia ne ha inventate infinite che quasi basterebbe solo coordinarle, perché la lotta torni a produrre cambiamento anche da noi. E mai come in questa particolarissima congiuntura è urgente e possibile. La Pantera apparve a Palermo, fece lì i suoi primi cento e più passi. Le sue orme, oltre antiche e nuove appartenenze, una strada la indicano, un pas-saggio lo evocano ed un P.A.S. fatto di Pace Ambiente Sapere, per battere il tempo e andarsene ovunque, lo disegnano…  Ci proviamo?

Sulle tracce della Pantera. Due giornate dedicate al Movimento studentesco del 1990

Il 17 gennaio 2020 a partire dalla 14 presso la sala Odeion della facoltà di Lettere de “La Sapienza” di Roma, Piazzale Aldo Moro 5, si terrà il convegno “Il movimento studentesco del 1990. Storia, memoria”.

Il 18 gennaio la Pantera si incontra ancora: alla Città dell’Altra Economia, Largo Dino Frisullo, Roma, con una serie di appuntamenti. Presentazioni di libri, video, musica, cibo. L’appuntamento è dalle 12 a mezzanotte. Nel corso della seconda giornata sarà lanciato un “Appello per l’istruzione”, sempre più depauperata di fondi statali, con l’obiettivo di promuovere una mobilitazione nazionale.

Gennaio 1990: il muro di Berlino era appena caduto e il mondo era in fermento, quando in tutta Italia gli occuparono pacificamente più di 170 facoltà. Mobilitati contro la riforma universitaria voluta dall’allora ministro Antonio Ruberti e preoccupati di come la politica stesse affrontando un cardine della società italiana: l’istruzione.

Trent’anni dopo, quel movimento è apparentemente dimenticato. Eppure gli studenti che lottavano per un’Università che rispondesse alle loro esigenze in una società dell’informazione in piena trasformazione, sono cresciuti forti anche di quell’esperienza. Hanno preso strade diverse portando sempre con sé la volontà di cambiare il mondo. Qualche mese fa si sono rincontrati per confrontarsi. E ora propongono le loro riflessioni su quell’esperienza e su ciò che è venuto dopo. Provando a ricollocare il ruolo di quel movimento nella memoria collettiva italiana.

La due giorni, costruita in questi mesi dagli ex studenti romani, ha tra gli obiettivi quello della raccolta dei materiali per la costituzione di un fondo video-fotografico presso l’Aamod (archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) e per implementare il Fondo cartaceo già costituito presso l’IRSIFAR (Istituto Romano Storia d’Italia dal Fascismo alla resistenza).